Un rinnovamento durato 40 anni
La drammatica esperienza della seconda Guerra mondiale e la vocazione pacifista maturata nel corso degli ottant’anni che ci separano dalla fine di quel conflitto hanno di fatto spinto entro le mura delle caserme non tanto e non solo la valorizzazione del racconto bellico del passato, ma piuttosto anche il solo ritenere possibile uno studio approfondito e scientifico della nostra storia militare, senza essere sospettati di simpatie fasciste o propositi guerrafondai.
Ma senza coltivare una memoria degli eventi bellici del nostro passato risulta difficile poter comprendere a pieno l’intera storia patria e proprio a questo si è dedicata la Società italiana di storia militare (Sism) che il 18 dicembre ha festeggiato i quarant’anni dalla sua costituzione.
Per usare le parole di Georges Clemenceau – «la guerra è cosa troppo seria per lasciarla in mano ai militari», da qui l’esigenza di un luogo in cui militari e società civile potessero ragionare assieme per capire gli errori del passato e possibilmente evitare che essi si possano ripetere nel presente e nel futuro.
Il tutto con una ottica multidisciplinare, ovvero aggiungendo allo studio dei temi squisitamente “bellici”, la storia diplomatica, l’economia, la sociologia, l’organizzazione, la logistica, l’arte, la letteratura e, perché no? Il cinema.