Artiglieria arma evergreen
Nella biblioteca della Christ Church di Oxford è conservato il “De nobilitatibus, sapientiis, et prudentiis regum”, un tomo risalente al 1326, opera di Walter de Milemete. Qui per la prima volta è riprodotta la miniatura di un cannone nell’atto di lanciare un pesante giavellotto, Da allora molta acqua è passata sotto i ponti e armi antiche sono state soppiantate da nuovi e più sofisticati ordigni. Solo l’artiglieria, grazie a un’opera di costante re-styling, è sopravvissuta e gode anzi di ottima salute.
Quali sono, dunque le ragioni di questo secolare successo? Molte, a cominciare dalla economicità e dalla relativa poca sofisticatezza. E infatti il conflitto russo-ucraino, durante i tre anni di combattimenti nel Donbas ha fatto tornare il cannone prepotentemente alla ribalta.
Ovviamente anche questa arma si è evoluta e adattata al mutare delle tattiche di combattimento, tanto che si è sviluppata una classificazione a seconda delle esigenze: dal supporto alla fanteria in movimento, alla difesa contraerea, ai mortai, che scagliano proietti che seguono una parabola molto accentuata.
Da tutte questo emerge un’altra caratteristica dell’artiglieria: la sua versatilità ad operare in ambienti operativi molto diversi, a sostegno di forze di manovra quanto mai varie.